Storia del comune
La settimana santa vive il suo momento più intenso nella processione di Gesù morto, la sera del venerdì. Dalla Chiesa di S. Maria Maggiore la bara contenente Cristo morto, seguita dalla statua della Madonna Addolorata, viene trasportata per le strade cittadine che, dato il clima di solenne mestizia, divengono palcoscenico naturale ove si sviluppa la meditazione sul prodigio della Pasqua. Tutti: figuranti e non, vengono toccati dal silenzio, interrotto solo da popolari canti monodici, dalle preghiere e dai brani suggestivi eseguiti dalla banda.
L’attuale centro storico di Casacalenda in cui si entra dalla porta a Capo , sormontata nel suo arco a tutto sesto dallo stemma recante la data del 1585, è tagliato in due dall’asse viario detto Terravecchia . Da questo partono i poetici vicoli laterali, alcuni dei quali risultano sbarrati dagli antichissimi muri che cingevano il borgo, altri si aprono, attraverso armoniose e panoramiche gradinate, al posteriore Borgonuovo, quasi anello esterno perimetrale. All’interno delle antiche mura si distinguono il cortile del palazzo dei duchi Di Sangro , edificato sulle rovine di un precedente “castrum” romano e lentamente trasformatosi nella seconda metà del 1500 da fortilizio a palazzo di residenza, la Chiesa di S. Maria Maggiore . E’ coeva all’abitato perciò antichissima. La croce bizantina posta sulla lunetta del portale laterale la fa collocare tra l’VIII e IX secolo; d’altro canto le due statuette in pietra della lunetta rappresentanti, forse, la visita della Madonna a S. Elisabetta, per fattura, testimoniano della sua presenza tra il XII o XIV sec. Certo è che la storia di questa chiesa è attraversata da diverse costruzioni e rifacimenti in conseguenza di eventi sismici (1456-1688) e ampliamenti (1728 aggiunta della quarta navata). La data 1587 incisa sul gradino del portale secondario ci fa supporre che in quell’anno terminarono i lavori di ricostruzione. L’interno è impreziosito nella parete di fondo dell’altare maggiore dalla Pala seicentesca Natività; del pittore di scuola napoletana F. Santafede. Tale opera fu donata alla chiesa dal Duca Antonio di Sangro al quale l’artista aveva chiesto asilo in seguito a problemi con la giustizia. E’ possibile ammirare ancora nel Coro una tela del pittore settecentesco Paolo Gamba da Ripabottoni. Nella navata laterale di destra degno di nota è l’altare di S. Giuseppe per la presenza di due opere: nel paliotto il bassorilievo in marmo rappresentante Cristo morto dello scultore Sammartino e, in alto, Il trapasso di S. Giuseppe dipinto da Antonio Solario, detto Lo Zingaro (XV sec.). Il crocifisso ligneo è del 1530 e non se ne conosce l’autore. Questo borgo, che si trascina nella magia e nel silenzio pensoso, fu teatro il 19, 20, 21 febbraio del 1799 dell’assedio e saccheggio da parte di truppe mercenarie di albanesi e di altri paesi molisani istigati dal duca Scipione Di Sangro, che mal tollerava lo spirito ribelle della popolazione casacalendese, da più anni governata, democraticamente, dal Mastrogiurato Don Domenico De Gennaro. Questa nobile figura di borghese rivoluzionario organizzò in quei tre giorni la resistenza del suo popolo per il quale si consegnò, inutilmente, nelle mani dei nemici, che, tradendo i patti giurati, lo uccisero lungo la spiaggia di Campomarino. Presenti in Terravecchia la casa dove abitò il De Gennaro contrassegnata da un medaglione posto in occasione del Bicentenario di quei gloriosi eventi e il più fastoso ed imponente palazzo De Gennaro residenza di parenti di don Domenico. Chiesa della SS. Vergine Addolorata . La sua costruzione fu iniziata nel 1755 e condotta a termine nel 1761 come si rileva da un’inscrizione incisa sul portale: La Chiesa è d’ordine corinzio ad una sola navata. In essa sono pregevoli soprattutto l’altare maggiore a marmi policromi trasferito dalla diruta chiesa di S. Salvatore (oggi non più esistente) e donato dalla casa ducale, nonché il Coro in noce ed olivo eseguito da concittadini artigiani. Vicina alla Chiesa dell’Addolorata è ubicata la Fontana del Duca donata dal Duca Scipione Di Sangro e datata 1645. E’ un monumento costruito con ottimo materiale calcareo lavorato da valenti scalpellini, con tre mascheroni in rilievo per altrettanti getti d’acqua e fornito di una capace vasca che serve da abbeveratoio. Alla sommità della fontana è lo stemma del Comune con la simbolica lettera K e sotto è infissa una lapide in cui è ricordata la generosità del Duca. Questa fu la prima fontana pubblica in muratura prossima all’abitato. L’espansione urbana, oltre le mura medioevali, iniziò nei primi anni del 1800 e, gradualmente vennero guadagnati dalle costruzioni private e pubbliche i fianchi della collina. Gli assi viari principali furono raccordati alle vie laterali con “scalette” che tormentano ancora i pendii, rendendoli deliziosi. Tra le varie costruzioni della seconda metà dell’800 spicca il palazzo Di Blasio ove abitò il senatore del Regno Scipione Di Blasio (1834-1901), promotore del tronco ferroviario Termoli-Campobasso. In tale edificio oggetto di lascito al comune da parte dell’ultima erede della famiglia, durante la seconda guerra mondiale venne organizzato un campo di concentramento femminile per antifascisti ed ebree perseguitate dalle leggi razziali. Di prossima pubblicazione uno studio specifico sulle internate in questo campo di Casacalenda (1940-1943). Va ricordato che tra queste mura vennero educate intere generazioni al sapere per la costituzione prima di un liceo ginnasio confitto, poi per l’utilizzo dei locali come scuola media ed istituto commerciale.
Lo storico Polibio, riferendo i fatti relativi alla II guerra punica, annota che nell’inverno 217 A. C. (537 dalla fondazione di Roma) a Kalene si era accampato l’esercito romano guidato da M. Minucio Rufo per affrontare il temibile Annibale, trincerato nella vicina Gerione. L’ attuale nome Casacalenda, ultimo di diverse denominazioni, conserva nel suo stemma, scolpito sulla porta a Capo e sulla fontana del Duca, l’iniziale lettera K di Kalene, forse la stessa cosa di Calendae, parola con cui i Romani indicavano il I° giorno del mese riservato alle scadenze dei pagamenti dei fitti, delle pigioni, pertanto anche occasione di adunanze religiose e di mercato. In effetti Casacalenda, geograficamente al centro delle varie colonie agricole sparse intorno a lei, è stata sede di mercato periodico al primo del mese. Tale funzione di centro commerciale è stata svolta attivamente anche in età moderna e fino al primo sessantennio del secolo scorso. Oggi detiene il primato di cittadina culturalmente emancipata e luogo riconosciuto di sperimentazioni varie.
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Pagina aggiornata il 04/08/2017